Il piede cavo è quel morfotipo di piede caratterizzato da un pronunciato arco interno (mediale). E’, nella maggior parte dei casi, ereditario, anche se può collegato a sindromi neurologiche sistemiche, tali da determinare deformità anche in altre parti del corpo.
I sintomi dipendono dal grado di cavismo
La situazione può essere del tutto asintomatica. In altri casi i pazienti lamentano solo una situazione di precoce faticabilità a carico degli arti inferiori, altre volte questi soggetti sono più vulnerabili a traumi da sport in quanto i loro piedi hanno una ridotta capacità di assorbimento dei carichi. Altre volte i soggetti con piede cavo sono vittime di episodi distorsivi frequenti della caviglia, in quanto tendono a camminare sul lato esterno dei piedi (varismo di retropiede). Nei casi più gravi si ha una grave limitazione dell’autonomia deambulatoria.
La base del trattamento ortopedico del piede cavo è di tipo ortesico
L’utilizzo di plantari su misura è determinante per la prevenzione e/o per la cura delle alterazioni funzionali e posturali causate dal cavismo. Raramente è necessaria la correzione chirurgica della deformità. L’operazione dev’essere presa in considerazione come soluzione quando i trattamenti incruenti risultano inefficaci nel ridurre il dolore e l’impotenza funzionale.
La chirurgia nel piede cavo: quando è necessaria e come avviene
Numerose sono le procedure chirurgiche, queste variano in base al tipo ed al grado della deformità. Lo scopo è quello di ricreare un assetto plantigrado capace di distribuire il carico sulla pianta del piede in maniera uniforme.
Le tecniche si dividono in procedure ricostruttive, in cui si corregge la deformità salvaguardando le giunzioni articolari; ed in procedure di artrodesi, in cui è necessario fondere (eliminare) alcune articolazioni del piede (quest’ultimo tipo di procedura si esegue nei casi più gravi).
E’ una chirurgia complessa che implica necessariamente l’associazione tra procedure scheletriche (osteotomie od artrodesi) e procedure sui tessuti molli (allungamenti tendinei, trasposizioni tendinee, procedure legamentose variamente associate).
Il periodo di convalescenza post chirurgica di solito varia tra le 6 e le 12 settimane a seconda del tipo di chirurgia eseguita. Tuttavia per un recupero completo, comprese le attività sportive, possono essere necessari anche 6 mesi.
Contatta ora il Dottor Attilio Basile per richiedere una visita.
Clicca qui