La frattura del malleolo (mediale, laterale o posteriore) è tra gli infortuni di caviglia più frequenti. I tempi di recupero dipendono da tipo di frattura, stabilità dell’articolazione e trattamento (conservativo o chirurgico). In media l’osso guarisce in 6–8 settimane, ma il ritorno alle attività piene richiede più tempo e una riabilitazione progressiva. Seguire indicazioni personalizzate su quando mettere peso è cruciale per evitare spostamenti dei frammenti e complicanze.
Dolore acuto alla caviglia, gonfiore, ecchimosi e difficoltà a camminare o a caricare il peso sono tipici. Segni d’allarme che richiedono valutazione urgente: dolore intenso con deformità, formicolii o freddezza del piede (possibile sofferenza neurovascolare), ferita aperta o impossibilità completa al carico.

La visita parte sempre dall’osservazione: dove fa più male, quanto è gonfia la caviglia, com’è l’appoggio, se il piede è caldo e ben vascolarizzato.
Per confermare la frattura si esegue di norma una radiografia: è rapida e permette di capire se l’osso è in asse. Nei traumi più complessi, il medico può richiedere esami più dettagliati (come una TC) per programmare al meglio le cure; la RMN serve solo in situazioni particolari, ad esempio per verificare eventuali lesioni dei legamenti.
A breve distanza dalla prima valutazione si effettua spesso un controllo per verificare che tutto proceda come previsto, prima di aumentare l’appoggio.
L’obiettivo è tornare a una caviglia allineata, stabile e funzionale.
Nelle fratture del malleolo semplici l’osso impiega in media 6–8 settimane per consolidare. Per tornare a camminare in modo sicuro, senza zoppia e senza paura di “cedimenti”, servono altre settimane di lavoro su mobilità, forza ed equilibrio.
Se la frattura è più complessa, i tempi si allungano: il medico fornirà una previsione personalizzata durante i controlli.
Non esiste un’unica regola valida per tutti: il carico si riprende in modo graduale, rispettando dolore e gonfiore e seguendo i riscontri delle visite.
In molti casi non operati si parte con un carico leggero presto, aiutandosi con stampelle e tutore. Dopo un intervento, l’appoggio aumenta per gradi, in base alla stabilità raggiunta e alla guarigione dei tessuti.
Il principio è semplice: poco e spesso, osservando la risposta della caviglia e fermandosi se compaiono dolore marcato o gonfiore in aumento.

Fase iniziale: proteggere la frattura, contenere dolore e gonfiore, muovere la caviglia nei limiti consentiti e mantenere attive le altre articolazioni per evitare rigidità.
Fase intermedia: aumentare l’appoggio, recuperare il range di movimento, rinforzare i muscoli che stabilizzano la caviglia e lavorare sull’equilibrio.
Ritorno alle attività: si tolgono gli ausili quando il passo è stabile. Per lavori d’ufficio spesso bastano 4–8 settimane; per lavori fisici e sport con salti o corsa servono di solito 3–4 mesi o più, secondo il quadro clinico.
La frattura del malleolo richiede un percorso ordinato: diagnosi accurata, decisione terapeutica condivisa e riabilitazione progressiva. I tempi di recupero variano in base al tipo di lesione e alla risposta individuale, per questo sono fondamentali i controlli periodici e l’aderenza alle indicazioni su carico ed esercizi. L’obiettivo non è solo “far saldare l’osso”, ma tornare a una caviglia stabile, mobile e affidabile nelle attività quotidiane e nello sport. Se il dolore persiste, compaiono nuovi sintomi o hai dubbi sui passaggi successivi, è consigliabile un confronto diretto con lo specialista. Per un inquadramento personalizzato o per programmare una visita.
