La più comune patologia del tendine d’Achille è la sua infiammazione. A seconda della durata del quadro infiammatorio le tendiniti si dividono in acute e croniche.
MECCANICHE:
Traumi diretti o microtraumi ripetuti nel tempo come quelli secondari a determinate attività sportive;
SISTEMICHE:
Malattie infiammatorie che coinvolgono l’intero organismo come ad esempio l’artrite reumatoide;
FARMACOLOGICHE:
L’uso di alcuni farmaci può causare lesioni tendinee ed in particolare del tendine di Achille;
ANATOMICHE:
Infiammazioni secondarie a particolari deformità del piede e/o della caviglia tali da alterare il movimento fisiologico dell’articolazione come la malattia di Haglund;
VASCOLARI:
Poca irrorazione del tendine dovuta a malattie dei vasi;
Il grado di gravità e di compromissione del tendine varia moltissimo a seconda della causa scatenante il processo flogistico, della durata dell’infiammazione e di eventuali patologie sistemiche concomitanti (esempio il diabete). Nei casi estremi si può arrivare alla rottura tendinea.
Da notare, inoltre, che in molti casi le tendinopatie croniche sono del tutto asintomatiche e la loro prima manifestazione risulta essere proprio la rottura tendinea per traumi banali.
La cura delle tendiniti (o delle rotture tendinee) presuppone quindi uno studio approfondito.
Nei casi più semplici (tendinite caviglia acute) è sufficiente modificare temporaneamente le abitudini sportive, prediligendo discipline a basso impatto per la caviglia come ad esempio il nuoto, od utilizzare plantari e/o rialzi specifici all’interno delle calzature.
In alternativa, oltre alla temporanea modifica delle attività sportive ed delle scarpe, si ricorre all’ausilio di trattamenti fisioterapico-posturali (esempio l’allenamento eccentrico associato a mezzi fisici anti-infiammatori) sotto il controllo di terapisti esperti. Nelle tendinopatie resistenti e croniche la nuova frontiera è costituita dai trattamenti infiltrativi avanzati ecoguidati con l’utilizzo di fattori di crescita piastrinici (PRP). Si tratta di infiltrazioni di plasma autologo (ovvero prelevato dal soggetto stesso) ricco di piastrine (PRP). Questo si ottiene mediante il prelievo di un certo quantitativo di sangue che viene poi centrifugato ed adeguatamente preparato dallo specialista ematologo.
L’intera procedura si esegue direttamente presso uno studio adeguatamente attrezzato e richiede solo pochi minuti. Le piastrine degranulandosi (leggi: aprendosi), rilasciano una varietà di fattori di crescita che sembrano essere efficaci , entro certi limiti, nella rigenerazione del tessuto tendineo danneggiato dal processo infiammatorio. Nei casi più casi gravi ed avanzati sono necessari trattamenti chirurgici.
Nella maggioranza dei casi la tendinopatia può essere affrontata con tecniche mini-invasive (percutaneee). Tuttavia in casi selezionati possono esser necessari trattamenti più complessi come le trasposizioni tendinee (il tendine di Achille viene sostituito utilizzando altri tendini). Importantissima è inoltre, l’identificazione e la correzione delle eventuali deformità scheletriche del piede e/o della caviglia responsabili della infiammazione.