Oggi tale limitazione è stata decisamente superata grazie all’introduzione di strumentario estremamente sofisticato e specificatamente dedicato al trattamento di questo tipo di fratture. Secondo, per un motivo strettamente biologico. L’astragalo è un osso coperto da un sottile strato cutaneo, non è protetto da muscoli. Essendo la cute di rivestimento molto delicata, questa, soprattutto se non gestita in maniera idonea durante la chirurgia, può andare incontro a disturbi di cicatrizzazione esponendo l’osso sottostante con conseguente altissimo rischio di infezione.
Questo rischio concreto ha dissuaso gli ortopedici ad eseguire ricostruzioni chirurgiche nei soggetti vittime di queste fratture, accettando gradi variabili di invalidità funzionale.