La pratica sportiva è sinonimo di salute e benessere, ma piedi e caviglie sono tra le zone più sollecitate e più esposte a traumi.
Distorsioni, tendiniti, fratture da stress e lesioni articolari sono purtroppo all’ordine del giorno, soprattutto in sport ad alto impatto o con cambi di direzione improvvisi (come calcio, corsa, padel, basket, danza o trail running).
In questo articolo vedremo come prevenire gli infortuni, riconoscere i segnali di allarme e impostare un corretto percorso di recupero, sia conservativo che chirurgico.
Le più comuni, soprattutto in sport con salto o cambio di direzione
Possono essere lievi, con stiramento dei legamenti, o gravi, con rottura parziale/totale
Rischio di instabilità cronica se non curate correttamente
Tendine d’Achille (corsa, tennis)
Tibiale posteriore o peroneo (trail, escursionismo)
Spesso causate da sovraccarico funzionale, scarpe inadatte o biomeccanica alterata
Tipiche in sportivi che aumentano troppo rapidamente i carichi
Più frequenti nel secondo e terzo metatarso
Dolore localizzato, senza trauma evidente
Dolore al tallone o alla pianta del piede, soprattutto al mattino
Sovraccarico, piedi piatti o cavi, e calzature scorrette tra i principali fattori
Dolore anteriore alla caviglia dopo traumi ripetuti
Frequente in calciatori, ballerini, rugbisti
Non trascurare mai i 10-15 minuti iniziali con esercizi di attivazione e mobilizzazione
Lavoro su caviglie, polpacci e pianta del piede
Devono essere specifiche per lo sport praticato e in buone condizioni
Supporto plantare e ammortizzazione sono fondamentali per evitare sovraccarichi
Aumentare gradualmente intensità, durata e carico
Alternare attività ad alto impatto con esercizi di scarico (nuoto, bici)
Prevenire distorsioni con esercizi su tavole instabili, elastici, salti controllati
Rinforzare muscoli stabilizzatori del piede e del polpaccio
Dopo ogni sessione: stretching statico e idratazione
Recupero attivo e riposo adeguato evitano cronicizzazione dei microtraumi
Se i trattamenti conservativi falliscono o se il danno è strutturale
Rotture legamentose gravi non guarite
Lesioni tendinee croniche (Achille, tibiale posteriore)
Fratture instabili o scomposte
Conflitti ossei o esiti di traumi ripetuti
La chirurgia oggi è sempre più mini-invasiva, con tempi di recupero ridotti e ritorno graduale all’attività sportiva.
Un medico ortopedico esperto in piede e caviglia sportiva, come il Dott. Basile, può aiutarti a:
Eseguire una diagnosi precisa grazie a ecografia, risonanza o baropodometria
Impostare un programma di prevenzione personalizzato
Stabilire il miglior percorso di recupero, conservativo o chirurgico