Quali sono le cause possibili di un dolore alla pianta del piede persistente e talvolta invalidante.
Come comportarsi secondo il Dottor Attilio Basile, ortopedico specialista del piede e della caviglia a Roma.
Le possibili cause del dolore alla pianta del piede
Il piede svolge una funzione di sostegno per il nostro corpo, consente la deambulazione regolando l’equilibrio e assicura l’adattabilità ad ogni superficie. Su di esso gravano il peso del nostro corpo e tutti i carichi generai dal movimento. Talvolta possono comparire dolori alla pianta del piede che possono essere di natura patologica o meno.
E’ possibile infatti che il dolore derivi da una condizione di affaticamento, da stress meccanici, oppure da patologie vascolari, nervose, dermatologiche o articolari. Tra le cause principali del dolore alla pianta del piede si evidenziano la metatarsalgia, la fascite plantare, il neuroma di Morton o l’alluce valgo.. In alcuni casi il dolore può essere riconducibile ad artrite, slerodermia , oppure, più semplicemente da eventuali traumi.
Quando si manifesta il dolore?
In base alle cause il dolore si può manifestare sporadicamente, in maniera ricorrente o continuativa durante tutto il giorno. In caso di dolore ricorrente la sintomatologia continua fino a che non viene individuata la causa e viene perseguito un trattamento medico.
L’importanza di un’indagine obiettiva
La diagnosi delle cause può essere eseguita dal medico di base, dall’ortopedico o dal podologo. Essa dipende da un’attenta analisi delle caratteristiche del dolore e di altri eventuali sintomi associati ad esso.
Dopo un’indagine sulle caratteristiche il medico deve osservare il piede e verificare la presenza o meno di eventuali alterazioni che possono essere indice della presenza di patologie.
I risultati di anamnesi ed esame obiettivo aiutano a decidere se sono necessari ulteriori accertamenti per stabilire le origini del dolore alla pianta del piede.
In caso di diagnosi poco chiara è possibile che il medico richieda al paziente di sottoporsi ad ulteriori esami di valutazione del caso. Tra questi, esame delle urine, colture microbiologiche, prove allergiche, risonanza magnetica, angiogramma o radiografia.