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Sindrome del seno del tarso: cos’è e come si cura

Dr. Basile Medico Chirurgo Specialista in Ortopedia e Traumatologia del Piede e della Caviglia Roma

La sindrome del seno del tarso è una causa frequente di dolore nella parte esterna del retropiede, tra il malleolo laterale e il calcagno. Riguarda l’articolazione sotto l’astragalo, uno snodo che permette al piede di muoversi verso l’interno e l’esterno. Quando i piccoli legamenti e i tessuti dentro questo “canale” si irritano o perdono stabilità, compaiono dolore e sensazione di caviglia incerta.

Come si manifesta

e perchè compare
Sidrome del seno del tarso Dr. Basile

All’inizio il fastidio è spesso profondo, mal localizzato e peggiora camminando su terreni irregolari o durante i movimenti “di taglio”. Alcuni riferiscono la sensazione che la caviglia ceda, soprattutto a fine giornata o dopo attività più intense. La zona può risultare dolente alla pressione.

Spesso è la conseguenza di una distorsione non recuperata del tutto. Anche l’assetto del piede può pesare: un arco troppo abbassato o, al contrario, un appoggio rigido spostano i carichi e irritano i tessuti del seno del tarso. Calzature poco stabili e sovraccarichi sportivi ripetuti favoriscono il problema.

Come si fa la diagnosi

Si parte dalla visita specialistica, che valuta mobilità e stabilità del retropiede. Se necessario, radiografie aiutano a capire l’assetto del piede, mentre la risonanza magnetica può confermare l’infiammazione dei tessuti o eventuali piccole lesioni.

Il primo passo è ridurre i carichi per qualche settimana e correggere le attività che scatenano il dolore. La fisioterapia è centrale: rinforzo dei muscoli che stabilizzano la caviglia, esercizi di equilibrio e controllo, lavoro graduale sulla mobilità. Se l’assetto del piede contribuisce, plantari o supporti mirati possono alleggerire la zona; nelle fasi iniziali, un tutore può dare sicurezza. In casi selezionati, si valutano infiltrazioni a scopo antinfiammatorio.

Quando pensare alla chirurgia

Dottor Attilio Basile

Se, nonostante un percorso conservativo ben fatto, il dolore persiste a lungo o l’instabilità resta evidente, si può considerare una soluzione mini-invasiva di “pulizia” del seno del tarso o, se l’assetto è il vero problema, una correzione mirata. La scelta è sempre personalizzata. 

Se il dolore dura oltre tre-quattro settimane o senti la caviglia instabile nelle attività quotidiane, una valutazione specialistica aiuta a impostare il percorso giusto.

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