Che cos’è la metatarsalgia? Quando si avverte un dolore nella pianta del piede, più specificatamente tra le falangi e le ossa del tarso, molto probabilmente è in corso un’infiammazione a livello del metatarso.
Per essere definita tale deve manifestarsi in corrispondenza della regione plantare a livello teste metatarsali.
La metatarsalgia colpisce una grande fetta di popolazione; gli studi affermano che non c’è nessuna correlazione con età e sesso dei pazienti.
È strettamente legata a una distribuzione del peso non omogenea che va sovraccaricare il secondo e il terzo metatarso o a patologie pregresse.
Ad esempio, chi soffre di alluce valgo può soffrire anche di metatarsalgia, questo perché l’alluce non lavorando bene va a sovraccaricare gli altri metatarsi.
La metatarsalgia può anche essere una conseguenza di traumi precedenti, fatture non riconosciute o guarite male.
Ad aggravare la situazione l’utilizzo di tacchi molto alti, sovrappeso/obesità, attività fisica che prevede il sovraccarico sul metatarso, gotta e diabete.
Tutte queste cause sono riconducibili alla classificazione delle cause biomeccaniche perché ogni malfunzionamento della struttura, porta inevitabilmente ad uno squilibrio della distribuzione dei carichi, determinando una sintomatologia dolorosa.
Ad esempio, chi soffre di alluce valgo può soffrire anche di metatarsalgia, questo perché l’alluce non lavorando bene va a sovraccaricare gli altri metatarsi.
La metatarsalgia può anche essere una conseguenza di traumi precedenti, fatture non riconosciute o guarite male.
Ad aggravare la situazione l’utilizzo di tacchi molto alti, sovrappeso/obesità, attività fisica che prevede il sovraccarico sul metatarso, gotta e diabete.
Tutte queste cause sono riconducibili alla classificazione delle cause biomeccaniche perché ogni malfunzionamento della struttura, porta inevitabilmente ad uno squilibrio della distribuzione dei carichi, determinando una sintomatologia dolorosa.
Le metatarsalgie possono essere divise in: biomeccaniche e non biomeccaniche.
Le biomeccaniche, come detto sopra, sono legate a un sovraccarico anomalo sui metatarsi.
Le non biomeccanica possono avere origine da malattie di tipo:
Tuttavia, non sempre è facile classificare la metatarsalgia, poiché può capitare che si verifichino sia cause biomeccaniche che non biomeccaniche.
Ad esempio un metatarso sovraccaricato può essere allo stesso tempo affetto da infiammazione degenerativa.
La metatarsalgia può manifestare sia sintomi dolorosi che non dolorosi
È importante notare l’insorgenza di sintomi non dolorosi perché potrebbero aiutare nella diagnosi e prevenire l’insorgenza di sintomi dolorosi.
È necessario rivolgersi a uno specialista per diagnosticare la metatarsalgia, il Dottor Attilio Basile è un Medico Ortopedico Chirurgo specializzato in Traumatologia e Ortopedia del Piede e si occupa del trattamento delle patologie del piede.
Per avere una diagnosi precisa e corretta, il medico si avvale dell’ausilio di esami strumentali come:
Lo specialista, tramite la visita ambulatoriale, verificherà la natura del dolore tramite la digitopressione delle teste metatarsali e verificherà la presenza di ipercheratosi.
Nei casi di lieve entità il medico opta per un trattamento conservativo, prescrive l’utilizzo di plantari, fisioterapia e al bisogno assunzione di farmaci antinfiammatori.
Nei casi più gravi, invece, si può ricorrere ad un intervento di Osteotomia.
Vengono eseguite delle incisioni sul dorso del piede che serviranno per effettuare delle micro osteotomie
Le osteotomie non vengono fissate ma grazie a un apposita calzatura consentiranno il riposizionamento corretto delle teste metatarsali.
Nonostante serva del tempo per un competo recupero, il paziente può sin da subito camminare avvalendosi di una calzatura ortopedica postoperatoria e prestando attenzione a non sovraccaricare l’arto.
I medici raccomandano fisioterapia, magnetoterapia e idrokinesiterapia per un competo recupero.
Nonostante serva del tempo per un competo recupero, il paziente può sin da subito camminare avvalendosi di una calzatura ortopedica postoperatoria e prestando attenzione a non sovraccaricare l’arto.
I medici raccomandano fisioterapia, magnetoterapia e idrokinesiterapia per un competo recupero.
E’ autore di numerosi articoli di ricerca clinica su riviste nazionali ed internazionali ed è stato relatore ed organizzatore di congressi internazionali di chirurgia del piede e della caviglia. Attualmente lavora presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e presso la Clinica Pio XI di Roma.