Che cosa succede quando i tendini della caviglia sono infiammati?
La caviglia è un’articolazione che permette al corpo di mantenere l’equilibrio, di camminare, saltare, è delimitata da una capsula articolare rinforzata da legamenti, può capitare che il paziente manifesti dolore e difficoltà nello svolgere le normali attività a causa dell’infiammazione.
L’infiammazione dei tendini della caviglia è una patologia molto comune che implica dolore e gonfiore.
La funzione principale dei tendini è di permettere la mobilità alle articolazioni, quando questi subiscono un sovraccarico, si parla di tendinite alla caviglia.
L’infiammazione può interessare uno o più tendini dell’area. Secondo il tendine infiammato s’individuano quattro tipi di tendiniti:
In generale ogni paziente avverte dolore nel punto preciso dell’infiammazione, il dolore tende ad essere variabile.
Nella fase iniziale dell’infiammazione si può avvertire dolore solo in fase di movimento e cessare quando il piede è a riposo. Se non si interviene tempestivamente, la manifestazione dolorosa tende ad aumentare ed a essa si aggiungono altri sintomi come difficoltà nei movimenti, gonfiore, calore e schiocco della parte infiammata.
I tendini della caviglia possono infiammati possono impiegare fino a 2-3 settimane per guarire in fase acuta, in caso di cronicizzazione il paziente potrà impiegare anche 3-4 mesi.
La tendinite può essere causata da :
Per evitare di incorrere in tendiniti alla caviglia si possono adottare degli accorgimenti che possono evitare che i tendini si infiammino come ad esempio:
Innanzitutto bisogna valutare e individuare la ragione scatenante della patologia, il paziente viene sottoposto a esami diagnostici come radiografia e RM per escludere lesioni più gravi.
Qualunque sia la natura della lesione è necessario rivolgersi ad uno specialista, il Dottor Attilio Basile è un Medico Ortopedico Chirurgo specializzato in Traumatologia e Ortopedia del Piede e si occupa del trattamento delle patologie del piede.
La tendinite si cura mettendo a totale riposo il piede, limitando al massimo i movimenti.
Il paziente potrà avvalersi dell’uso di un tutore che aiuta a immobilizzare la caviglia e a proteggerla da urti accidentali. Applicazione di ghiaccio e assunzione di FANS che coadiuvano il processo di guarigione.
Dopo questi trattamenti è caldamente consigliato sottoporsi ad un percorso fisioterapico: ultrasuoni laserterapia o tecarterapia.
Se il paziente non trova giovamento con riposo e fisioterapia, può valutare insieme al medico un percorso chirurgico.
E’ autore di numerosi articoli di ricerca clinica su riviste nazionali ed internazionali ed è stato relatore ed organizzatore di congressi internazionali di chirurgia del piede e della caviglia. Attualmente lavora presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma e presso la Clinica Pio XI di Roma.